From: "Giovanni
Mongini"
To: "Tino Franco"
Subject: Ho visto Space Off
Date: Fri, 24 Jan 2003 23:23:00 +0100
Carissimo
Tino Franco,
ho ricevuto la tua videocassetta con Space Off ed il suo Making e, prima
di dirti cosa ne penso, lascia che ti dica questo: ho appena realizzato un
libro con oltre tremila skede di films di SF, serial, corti, editi ed inediti
che è uscito per la Perseo Libri di Bologa e s'intitola "La Fantascienza
sugli Schermi". Ora sto realizzando un aggiornamento e vi ho appena
messo la scheda del vostro corto.
Il fatto che tu abbia chiesto il mio parere e che se hai fatto quello che
hai fatto e che ti ha portato a girare questo cortometraggio ricade,
anche solo in parte, nella sfera delle mie responsabilità, seriamente
mi onora perchè hai/avete realizzato una cosa stupenda e non solo
dal lato degli effetti speciali all'altezza, se non di più, del Dark
Star di Carpenter, ma hai/avete realizzato una storia comprensibile, intelligente,
perfettamente recitata.
Posso permettermi due piccoli appunti? Io l'avrei fatta terminare dopo che
il comandante dell'astronave dice: Immaginatevelo! Ma capisco che sia una
bella soddisfazione vedere quella cretina di giornalista cacciata a calci
in culo!
L'altra cosa la capisco, ma è tecnicamente grave. Cioè capisco
che ti serviva direttamente per la storia ma tu sai meglio di me che non
può esistere un contatto diretto con Marte, data la distanza. Passiamo
sopra alla rimessa in esercizio delle sonde Viking, anzi, un'idea molto carina
visto che su "Pianeta Rosso" hanno riciclato il Pathfinder",
ma il collegamento diretto come se fossero nell'angolo dietro casa...la mia
pignoleria e passione per l'astronautica e la missilistica, hanno protestato
un pochino anche se, ti ripeto, ne capisco le motivazioni.
Per il resto complimenti, complimenti ed ancora complimenti. Ho parlato di
questo filmato al mio editore Ugo Malaguti che vuole organizzare un'intervista
per la sua rivista di SF Futuro Europa ed io sarò ben contento di
scriverla, di parlare di te, di voi e del vostro splendido lavoro. Per cui
non solo per me sar un piacere conoscerti, ma, permettimi di dirlo,
anche un onore.
Bravo, bravo, bravo.
Attendo tue notizie e passa i miei complimenti a tutti augrandovi presto
di farmi vedere un film realizzato da voi...se tanto mi d tanto finalmente
l'Italia avr il posto che le compete nel cinema di sf.
Giovanni Mongini
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Giungera' il giorno in cui i falchi audaci
spiccheranno il volo.
Lenti, si libreranno nell'azzurro, l'occhio rivolto
all'infinito ad incontrare il sole.
- Astrotau
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"...voglio
solo rimarcare come grazie alla volont, alla tenacia e alla determinazione
di un gruppo di lavoro ben affiatato anche in Italia si può arrivare
a produrre, con budget assolutamente in linea a quelli di un film mainstream,
un prodotto fantascientifico destinato ad un pubblico internazionale, visto
che la pellicola, proprio in questa ottica, è stata girata in inglese,
con attori americani e con una distribuzione ufficiale nel Nord America.
Lavori come questi andrebbero supportati in ogni maniera da ogni appassionato
del fantastico che si rispetti, indipendentemente dai gusti o dalle proprie
convinzioni sul mondo della sf, perché è con registi come Tino
Franco che il nostro cinema può uscire dai confini delle solite storie
nazionali e proiettarsi verso la grande distribuzione internazionale.
Un ulteriore punto a favore di Tino, grande appassionato di sf per sua stessa
ammissione, oltre alla sua innata disponibilit a rispondere a ogni
domanda e richiesta anche ad intervento terminato, visto che si è
anche cortesemente intrattenuto anche con il sottoscritto fornendogli il
materiale per lo speciale da pubblicare su 2099.it, è stata la sua
permanenza fino al dopocena, immerso come noi negli eventi che si sono susseguiti
sul palco... "
::
(leggi tutto) ::
2099, Deepcon Are Back
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"Come può
il fracasso dell'informazione rompere il sacro silenzio che regna nello
spazio profondo? La prima missione umana su Marte guidata dal capitano Thomas
Lockyer (l'attore Adrian McCourt) ha un problema. Non si tratta di una
dotta questione filosofica alla De Palma (o alla Lidón di Stranded)
e non è neppure un grosso guaio di fantasmi che seminano il terrore
tra i coloni come nell'ultimo Carpenter. Il dramma, se volete saperlo,
è ritrovarsi lassù inseguiti da una stronza logorroica della
televisione. Rovinarsi il momento più emozionante di tutta una vita
mantenendo il contatto audiovisivo con la chiassosa Terra dopo una settimana
di blackout.
Lei (Jennifer Allen) è un bulldog determinato a non mollare l'osso.
Conoscete il tipo: anchor-woman di ghiaccio senza un capello fuori posto.
Odiosa. Ignorante. Inopportuna. Lavora per il colosso Global Television Network
e conduce il programma News on Mars dedicato all'evento. è lì
per fare carriera in fretta e perché ce l'ha messa qualcuno che
probabilmente avr beneficiato delle sue specialit amatorie
imbavagliandola e posizionandola a quattro zampe. Piuttosto che averla alle
costole, Lockyer e il suo equipaggio preferirebbero di sicuro vedersela con
un'orda di alieni cannibali o con mostri vegetali che assorbono mediante
osmosi tutto ciò che di vivo riescono ad avvicinare. Particolare importante:
i membri dell'astronave Centauro hanno fatto una scoperta scientifica
che potrebbe risultare addirittura rivoluzionaria per il futuro dell'umanit
ma alla giornalista non importa sapere di cosa si tratti esattamente.
Ho visto un corto italiano. E che gran film! Nastro d'Argento presentato
a Venezia 2002 nella sezione 'Nuovi Territori', girato a Roma nel
teatro di posa con blue-screen 'Nel Blu Dipinto di Blu', Space
Off è il vero e proprio debutto nella regia di Tino Franco, trentottenne
nato a Grosseto finora conosciuto principalmente presso gli addetti ai lavori
come aiuto regista, cameraman, autore di clip per la pubblicit, produttore
esecutivo. Le note biografiche ci dicono anche che è stato a Londra
alla corte di MTV Europe, dove ha realizzato dei promo con Paolo Caredda,
si è interessato molto alla tecnologia digitale (si vede), ha lavorato
con Alessandro D'Alatri (per fortuna non si vede) e nel campo della
comunicazione industriale.
Girato in 35 millimetri (1:85), Space Off è un progetto curato nei
minimi particolari. Sembra uscito da Hollywood, invece è stato realizzato
a casa nostra grazie allo sforzo di un team eccezionale. L'idea, prima
di tutto. Poi il ritmo, la cura dei dialoghi, l'invidiabile dono della
sintesi. Il confronto con le altre 'cosucce' passate per il XXIII
Fantafestival (L'Armadio e Mummie di Gabriele Albanesi, Il Ronzio delle
mosche di Dario D'Ambrosi) non si pone neanche perché Franco
sa raccontare una storia con la macchina da presa in un tempo esiguo. è
nato un talento!"
(F.V.G.) ::vai
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